IONOFORESI

 

La ionoforesi o dielettrolisi medicamentosa è una tecníca elettroterapica, che sfrutta la corrente continua per introdurre medicamenti nell'organismo.

Il suo impiego è iniziato dopo gli studi di Leduc, il quale nel 1900 dimostrò che, sotto l'azione della corrente continua, gli ioni medicamentosi potevano attraversare la barriera cutanea e produrre effetti terapeutici confrontabili con quelli ottenibili con la somministrazione arenterale.

 

Esperimento di Leduc

Leduc nel suo esperimento si servì di due conigli, collegati fra loro tramite due elettrodi imbevuti di acqua.

Lo scienziato pose sulla pelle del primo coniglio l'elettrodo positivo, imbevuto di solfato di stricnina, e sulla pelle del secondo l'elettrodo negativo, imbibito di cianuro di potassio.

Collegati gli elettrodi ad un apparecchio di corrente continua, Leduc osservò che, erogando la corrente, entrambi i conigli morivano: il primo intossicato dalla stricnina, il secondo dal cianuro.

Invertendo la polarità non si verificava alcun evento.

Da tale esperimento Leduc dedusse che:

1) Gli ioni superano la barriera cutanea sotto l'impulso della corrente continua.

2) Per avere la penetrazione degli ioni è necessario che la polarità della sostanza farmacologica combaci con la polarità della corrente.

 

Apparecchiatura

Hanno capacità ionoforetica le correnti unidirezionali; fra queste il maggior effetto viene realizzato dalla corrente continua, perché essa, a differenza delle altre, mantiene costante nel tempo l'intensità.

Non hanno potere ionoforetico le correnti bidirezionali, perché esse sollecitano la migrazione degli ioni prima verso un polo e poi verso l'altro.

Negli ultimi anni è stata proposta una nuova tecnica ionoforetica. chiamata "Iontoforesi".

Essa si avvale di un apparecchio di corrente continua, dotato di elettrodi a forma di serbatoio, in uno dei quali viene depositato il farmaco. La iontoforesi si differenzierebbe dalla ionoforesi per la possibilità di conoscere con esattezza la dose di farmaco assorbita dal paziente.

Basi fisico-chimiche

La penetrazione degli ioni nell'organismo, già documentata da Leduc, è stata susseguentemente confermata da altre ricerche sperimentali.

A tale scopo sono state utilizzate sostanze colorate, ritrovate poi nel derma,. o radioisotopi, evidenziati nei tessuti mediante tecnica fotoscintigrafica.

Gli studi effettuati non solo hanno confermato che gli ioni attraversano la barriera cutanea sotto l'azione della corrente continua, ma hanno anche permesso di stabilire i principi fisico-chimici, che regolano la penetrazione ionica.

In particolare è stato dimostrato che:

1) Sono in grado di penetrare nei tessuti soltanto quei farmaci che, posti in soluzione acquosa, si ionizzano, perché la ionoforesi si basa sul fenomeno della dissociazione elettrolitica.

2) Gli ioni farmacologici, trovandosi in un campo elettrico, risentono dell'azione di forze coulombiane e si pongono in movimento. La loro migrazione obbedisce alla "legge della polarità", cioè gli ioni si spostano in direzione dell'elettrodo di polarità opposta.

3) La via di penetrazione degli ioni nell'organismo è rappresentata dagli sbocchi delle ghiandole sudoripare e sebacee e dagli orifizi esterni dell'apparato pilifero. Le cellule cornee dell'epidermide, invece, oppongono una grande resistenza alla loro penetrazione.

4) La penetrazione è influenzata dal peso molecolare dei medicamenti. Gli ioni con minore peso molecolare attraversano più velocemente e facilmente i pori della membrana; gli ioni con grande peso molecolare (es. calcitonina), invece, non superano la barriera cutanea. Occorre, pertanto, impiegare soltanto sostanze medicamentose che abbiano grandezze e peso molecolare ridotto.

5) La quantità di medicamento che attraversa la cute è direttamente proporzionata alla quantità totale di corrente applicata. La penetrazione è, pertanto, influenzata dall'intensità e dal tempo di erogazione della corrente. Tuttavia è difficile calcolare l'esatta quantità di farmaco effettivamente introdotta.

6) Gli ioni medicamentosi incominciano ad attraversare la barriera cutanea soltanto dopo i primi 15 minuti di trattamento. Ciò comporta la necessità di attuare sedute della durata di almeno 25 - 30 minuti.

7) Arrivati negli strati profondi del derma, una parte degli ioni entra direttamente nel circolo capillare; la parte restante si lega alle proteine e si accumula nei tessuti interstiziali. Si formano in tal modo dei depositi farmacologicamente attivi a lenta cessione.

 

Effetti terapeutici

L'effetto terapeutico della ionoforesi viene attribuito all'azione della corrente continua e all’azione del farmaco.

Secondo alcuni autori, l'azione del farmaco è molto intensa nella sede di applicazione perché questa tecnica permetterebbe di concentrare in una piccola superficie una grande quantità di farmaco.

L'effetto terapeutico del farmaco si realizza soprattutto negli strati superficiali della cute, in quanto il medicamento man mano che penetra in profondità viene rapidamente rimosso e trasferito nel circolo generale.

Esistono tuttavia dubbi sulla reale attività terapeutica del farmaco.

Alcuni autori sostengono che i farmaci impiegati, suddividendosi in ioni, perderebbero insieme all'identità chimico-fisica anche l'efficacia terapeutica; altri autori ritengono che i medicamenti somministrati non siano in grado di svolgere l'attività terapeutica perché sarebbero presenti nella zona di applicazione nella forma chimica originaria e non sotto forma di metaboliti attivi.

Un'altra critica riguarda la durata della permanenza del farmaco nei tessuti interessati. Molti autori ritengono improbabile che il medicamento raggiunga localmente una concetrazione terapeutica efficace, in quanto l'aumentato circolo locale, prodotto dalla corrente continua, allontanerebbe gli ioni dalla sede di applicazione.

Fra tutte le critiche fatte alla ionoforesi soltanto l'ultima, secondo noi, ha valide basi scientifiche. Tuttavia la scuola di I. Colombo ha dimostrato con tecnica radioisotopica che è possibile ottenere localmente una concentrazione terapeutica efficace perché il campo elettrico, generato dalla corrente continua, può captare gli ioni medicamentosi presenti in circolo e fissarli nella sede di a licazione.

 

Modalità di applicazione

Per eseguire correttamente una seduta di ionoforesi occorre attenersi scrupolosamente alle seguenti regole:

1) E’ opportuno detergere accuratamente la cute per liberarla dai grassi superficiali e dagli ioni parassiti.

2) Il medicamento prescelto, adeguatamente diluito, va applicato sulla spugna inumidita con acqua. La spugna deve essere accuratamente lavata, allo scopo di ridurre al minimo gli ioni parassiti.

3) Il medicamento va posto sull'elettrodo avente la stessa carica, per questo è necessario conoscere la polarità del farmaco utilizzato. Le sostanze anfotere possono essere a applicate, a scelta, su uno degli elettrodi.

4) Gli elettrodi vanno usualmente posizionati secondo la tecnica trasversale. Questa tecnica prevede la contrapposizione degli elettrodi a livello di un'articolazione. Meno frequentemente si ricorre alla tecnica longitudinale, secondo la quale gli elettrodi sono disposti all'estremità prossimale e distale dell'arto.

5) L'intensità della corrente va aumentata gradualmente sino a raggiungere la massima consentita. E’ opportuno farsi guidare dalla tollerabilità del paziente, il quale deve avvertire una sensazione non spiacevole di formicolio.

L'intensità massima non deve essere superiore a 0,5 mA per CM2 di elettrodo.

Al termine della seduta, prima di disinserire l'apparecchio, l'intensità va gradatamente azzerata.

6) La durata della seduta non deve mai essere inferiore a 25-30 minuti, perché nei primi minuti attraversano la barriera cutanea soltanto gli ioni parassiti e solo dopo 15 minuti quelli medicamentosi. Si effettuano cicli di IO15 sedute, con cadenza quotidiana.

 

Indicazioni

La ionoforesi medicamentosa è indicata nel trattamento di patologie che interessano strutture superficiali e prive di abbondante rivestimento di tessuto muscolare ed adiposo.

E' efficace nelle patologie dei tessuti periarticolari e delle articolazioni non profonde (gomito, polso, mano, ginocchio, tibio-tarsica).

Numerose sono le affezioni che possono essere trattate con la ionoforesi perché, a seconda del farmaco utilizzato, questa tecnica può svolgere un'azione antalgica, antinfiammatoria, antiedemigena, miorilassante, ricalcificante e sclerolitica.

Nella Tab. 2 sono riportate l'azione farmacologica, le indicazioni e la polarità dei farmaci, che più frequentemente vengono utilizzati nei servizi di terapia fisica.

 

 

Controindicazioni

Sono quelle descritte per la galvanizzazione (Presenza di pace-maker, mezzi di sintesi metallici, lesioni cutanee, epilessia, ipoestesia cutanea ).

 

 

Effetti indesiderati

Con la ionoforesi si possono avere effetti collaterali legati alla corrente continua (ustioni chimiche polari) ed inconvenienti legati al farmaco (per esempio, reazioni allergiche).