CORRENTI DIADINAMICHE

 

Le correnti diadinamiche sono correnti unidirezionali ed emisinusoidali a bassa frequenza. Sono state scoperte da Pierre Bernard nel 1929.

Apparecchiatura

La scoperta delle diadinamiche è stata casuale. P. Bernard stava effettuando su un paziente una seduta di ionoforesi dentaria, quando il paziente gli fece osservare che il trattamento, a differenza delle altre volte, non era fastidioso ma addirittura aveva eliminato il dolore.

Incuriosìto da questa osservazione, P. Bernard si mise a controllare il generatore di corrente e si accorse che questo, a seguito di un guasto, non erogava corrente continua ma una corrente ondulata, che poteva essere responsabile dell'effetto antalgico riferito dal paziente.

Cominciò così a studiare le correnti sinusoidali a bassa frequenza e in particolare le correnti con frequenza di 50 e 100 Hz, facilmente ottenibili dalla corrente alternata pubblica.

Proseguendo le ricerche, P. Bernard si accorse che, impiegando le correnti sinusoidali di 50 e 100 Hz, dopo trattamenti di pochi minuti si aveva l'annullamento dell'effetto terapeutico. Al fine di evitare questo inconveniente, suggerì di modulare l'intensità e la frequenza della corrente e pertanto propose 5 tipi di correnti diadinamiche, caratterizzate da differenti combinazioni di frequenze .

L'apparecchio di diadinamiche è costruito secondo le modalità tecniche già descritte per gli apparecchi di elettroterapia ed è alimentato dalla corrente di rete.

L'apparecchio può erogare cinque tipi di correnti diadinamiche:

1) Corrente monofase fissa

La corrente monofase fissa è costituita da impulsi emisinusoidali della durata di 10 msec, seguiti da pause della stessa durata. La frequenza di questa corrente è di 50 Hz.

2) Corrente difase fissa

La corrente difase fissa è composta da impulsi emisinusoidali della durata di 10 msec non seguiti da pause. La frequenza è di 100 Hz.

3) Corrente corto periodo

La corrente corto periodo è una corrente modulata in cui ad ogni secondo si alternano la corrente monofase e la difase.

4) Corrente lungo periodo

Nella corrente lungo periodo la monofase e la difase si alternano per un tempo maggiore (per esempio, rispettivamente per 6-10 secondi).

5) Corrente sincopata

La corrente sincopata è costituita da corrente monofase, la quale viene

erogata per un secondo ed interrotta per un altro secondo (sincopata rapida) oppure viene erogata per 2,5 secondi ed interrotta per altri 2,5 secondi (sincopata lenta).

 

Effetti biologici

Nel descrivere gli effetti biologici delle correnti diadinamiche, P. Bernard utilizzò i termini di reazione dinamogena, reazione di inibizione e reazione di assuefazione.

Per reazione dinamogena (dinamogeno = generatore di forza) si intende un'azione stimolante sulla muscolatura e sulla sensibilità.

La reazione di inibizione è, invece, un'azione inibitrice sulla sensibilità e sulla muscolatura, con conseguente effetto antalgico e miorilassante.

La reazione di assuefazione, infine, consiste in una reazione di annullamento degli effetti biologici e compare rapidamente allorquando la corrente impiegata ha frequenza ed intensità costanti.

Queste reazioni sono prevalentemente influenzate dalla frequenza: a bassa frequenza (50 Hz) predomina l'azione dinamogena, a frequenza maggiore (100 Hz) quella inibitoria.

Gli effetti biologici delle correnti diadinamiche sono caratteristici per ciascun tipo di corrente:

1) Corrente monofase fissa La corrente monofase fissa ha prevalentemente azione dinamogena.

L'effetto predominante di questa corrente è l'azione eccitomotoria sulla muscolatura.

2) Corrente difasefissa

L'azione principale della corrente difase fissa è l'azione di inibizione sulla sensibilità, la quale è responsabile dell'effetto antalgico realizzato da questa corrente. L'azione inibitrice viene tuttavia ostacolata dalla rapida insorgenza dell'assuefazione.

3) Corrente corto periodo

La corrente corto periodo ha prevalentemente azione dinamogena. Grazie a questa azione, la corto periodo determina la contrazione dei muscoli striati, migliora lo stato di nutrizione dei tessuti e facilita il riassorbimento degli edemi post-traumatici.

4) Corrente lungo periodo

La corrente lungo periodo ha prevalentemente azione inibitrice sulla sensibilità e sulla muscolatura; pertanto, produce analgesia e rilassamento della muscolatura striata.

5) C'orrente sincopata

La corrente sincopata ha esclusivamente azione dinamogena e provoca un'intensa azione eccitomotoria sulla muscolatura striata.

 

 

Effetti terapeutici

Comunemente le correnti diadinamiche vengono utilizzate a scopo antalgico, tuttavia sono in grado di realizzare anche un effetto trofico ed eccitomotorio.

 

 

1) Ejjétto analgesico

L'effetto antalgico viene realizzato dalla corrente lungo periodo e dalla difase fissa. Non è chiaro il meccanismo con il quale le diadinamiche agiscano.

Probabilmente l'azione analgesica è legata all'iperpolarizzazione delle membrane ed all'inibizione dei recettori del dolore, che si verifica in corrispondenza dell'anodo.

E’difficile spiegare l'effetto antalgico con la teoria del Gate-Control, poichè questa teoria si fonda sull'eccitazione elettiva delle fibre a grande diametro, che si può avere soltanto con impulsi di breve durata. Gli impulsi delle diadinamiche, invece, avendo una durata di 10 msec., sono da considerare troppo lunghi. Tuttavia non si può escludere che le diadinamiche, a causa della lunga durata dell'impulso, favoriscano l'attivazione del sistema endorfinico.

2) Effetto tronco La corrente corto periodo migliora il trofismo dei tessuti. Questo effetto probabilmente è dovuto alla vasodilatazione periferica,

prodotta da questa corrente. Il miglioramento dello stato di nutrizione dei

tessuti determina un'analgesia secondaria.

3) Effetto eccitomotorio

L'effetto eccitomotorio viene ottenuto principalmente con la corrente sin-

copata. Tuttavia questa corrente non viene utilizzata, in quanto a scopo eccitomotorio si preferisce ricorrere ad altre correnti.

 

Modalità di applicazione

Controversie esistono sull'elettrodo attivo delle diadinamiche.

Comunemente viene utilizzato il polo negativo; alcuni autori, invece, consigliano a scopo antalgico il polo positivo perché ritengono che questa corrente agisca attraverso fenomeni di iperpolarizzazione della membrana e di inibizione dei recettori, che si verificherebbero all'anodo .

Le correnti diadinamiche vengono applicate tramite due elettrodi di grandezza adeguata: si impiegano elettrodi di piccole dimensioni qualora l'area del dolore sia circoscritta e di grandi dimensioni, qualora il dolore sia diffuso.

Le norme da seguire sono:

1) L'elettrodo attivo va posizionato sul punto di maggior dolore; in caso

di dolore irradiato va applicato sul punto di insorgenza della radice nervosa. Per evitare interferenze con il ritmo cardiaco e contrazioni muscolari indesiderate è opportuno non posizionare wai l'el ettrodo attivo sulla regione precordiale e in prossimità dei punti motori dei muscoli.

L'elettrodo indifferente viene posto vicino o a distanza dall'elettrodo attivo.

2) Per evitare il fenomeno dell'assuefazione è opportuno impiegare in ogni seduta due tipi di corrente (per esempio alternare 3-5 minuti di lungo periodo e 2 minuti di difase fissa). Prima di cambiare il tipo di corrente si deve azzerare l'intensità.

3) L'intensità della corrente (in mA) viene regolata sulla sensazione riferita dal paziente: si impiegano valori compresi tra soglia di percezione dello stimolo e soglia del dolore,

4) Le sedute devono essere di breve durata per evitare il fenomeno dell'assuefazione. Generalmente si utilizza la corrente difase per 2 minuti e la corto e lungo periodo per 3-5 minuti. La durata complessiva della seduta non deve superare i 10 minuti.

5) Si effettuano cicli di 10 sedute. t inutile proseguire con le diadinamiche se dopo 5-7 applicazioni non si ha l'effetto desiderato.

Indicazioni

Le diadinamiche vengono utilizzate con discreti risultati nel trattamento di situazioni cliniche relativamente localizzate e superficiali. Le principali indicazioni delle diadinamiche sono:

1) Tendiniti

Le diadinamiche sono indicate nel trattamento delle tendiniti del gomito, del polso, delle spalle, del ginocchio e della caviglia.

2) Postumi dolorosi e traumi articolari

3) Artropatie acute e croniche

Questa corrente è in grado di attenuare i sintomi delle artropatie infiammatorie o degenerative, purché a sede superficiale.

4) Algie muscolari

Buoni risultati si ottengono in presenza di punti trigger; in tal caso l'elettrodo attivo va posizionato nella sede di maggior dolore.

 

 

Controindicazioni

Rappresentano una controindicazione all'impiego delle diadinamiche i

pace-maker, le patologie cutanee superficiali ed i mezzi di sintesi.

1) Pace-maker La corrente può interferire con l'attività del Pace-maker.

2) Patologie cutanee superficiali

Le lesioni della cute, riducendo la resistenza locale, possono favorire

l'insorgenza di ustioni nei punti di applicazione degli elettrodi.

3) Mezzi di sintesi metallici

Le correnti diadinamiche, essendo correnti unidirezionali, possono provocare effetti elettrolitici e, pertanto, possono danneggiare i mezzi di sintesi metallici.