ULTRAVIOLETTOTERAPIA

L'ultraviolettoterapia è la tecnica fisioterapica che sfrutta a scopo terapeutico gli effetti biologici prodotti dagli ultravioletti (UV). I raggi ultravioletti sono radiazioni elettromagnetiche che hanno una lunghezza d'onda compresa tra 3.900 e 136 A; a scopo terapeutico vengono impiegate quelle comprese tra 3.900 e 1.800 A.

La sorgente più importante di raggi ultravioletti è il sole. Sulla terra arrivano soltanto gli ultravioletti solari con lunghezza d'onda superiore a 2.800 A; le radiazioni con minore lunghezza d'onda vengono assorbite dall'ossigeno e dall'ozono.

Classificazione

Nel congresso di Copenhagen del 1932, lo spettro dei raggi ultravioletti è stato suddiviso, in base alla lunghezza d'onda, in tre bande:

1) Ultravioletti A (UVA)

Gli ultravioletti A hanno lunghezza d'onda compresa tra 3.900 e 3.150A'. Sono essenzialmente pigmentogeni e sono presenti nello spettro solare.

2) Ultravioletti B (UVB)

Gli ultravioletti B hanno lunghezza d'onda di 3.150-2.800 A. Sono eritematogeni; inoltre sono attivi sulla sintesi della vitamina D.

3) Ultravioletti C (UVC)

Gli ultravioletti C hanno lunghezza d'onda compresa tra 2.800 e 1.800 A Sono essenzialmente battericidi.

Apparecchiatura

Gli apparecchi impiegati in terapia fisica utilizzano i vapori di mercurio come sorgente di ultravioletti; il mercurio ha la proprietà di emettere radiazioni ultraviolette allorquando si surriscalda .

In base alla pressione del mercurio, le lampade vengono suddivise in lampade ad alta pressione, a media pressione e a bassa pressione. In terapia fisica vengono impiegate le lampade a media pressione (1 atmosfera).

Nel passato venivano utilizzate le lampade a vapori di mercurio con elettrodi a mercurio. Queste lampade non vengono più impiegate e sono state sostituite dalle lampade a scarica elettronica.

Le lampade di ultravioletti a scarica elettronica sono costituite da un tubo di quarzo alle cui estremità si trovano due elettrodi metallici. All'interno del tubo di quarzo è presente una certa quantità di mercurio e di argon.

Queste lampade producono ultravioletti con lunghezza d'onda compresa da 3.900 e 1.890 A; inoltre emettono raggi infrarossi e luce visibile.

Le lampade di ultravioletti raggiungono il giusto grado di efficienza soltanto dopo 3-4 minuti dall'accensione, pertanto dovranno essere accese 5 minuti prima dell'impiego. Inoltre, il loro rendimento si riduce dopo molte ore di funzionamento perché, a causa di modificazioni biochimiche indotte dagli ultravioletti, si attenua la trasparenza del quarzo.

Di costruzione più recente sono i tubi fluorescenti, che emettono raggi con lunghezza d'onda compresa fra 3.900 e 2.8oo A.

Interazione con i tessuti

Gli ultravioletti provocano modificazioni biologiche negli strati più superficiali della cute, in quanto il loro potere di penetrazione è di qualche decimo di millimetro.

Gli ultravioletti A (UVA) hanno maggiore potere di penetrazione; essi vengono assorbiti dal sangue dei capillari superficiali del derma.

Gli ultravioletti B vengono assorbiti dall'epidermide profonda mentre quelli C dall'epidermide superficiale.

Effetti biologici

Gli ultravioletti producono modificazioni biologiche nei tessuti attraverso reazioni chimiche di ossidazione e riduzione. Gli effetti biologici prodotti sono strettamente legati alla lunghezza d'onda delle radiazioni.

Gli ultravioletti provocano:

1) Pigmentazione cutanea

La pigmentazione bruna della cute è prodotta dagli ultravioletti con lunghezza d'onda compresa tra 2.900 e 3.300 A.

Questo effetto si instaura perché i raggi ultravioletti facilitano la sintesi della melanina e provocano la dispersione dei granuli di melanina depositata nei melanofori.

La sintesi del pigmento melaninico avviene attraverso complesse reazioni bochimiche, il cui punto di partenza è l'aminoacido tirosina. Gli ultravioletti sono in grado di attivare l'enzima tirosinasi, il quale provoca l'ossidazione della tirosina e dà l'avvio al processo della melanogenesi.

La pigmentazione è considerata un meccanismo di difesa, messo in atto dall'organismo per impedire l'eccessiva penetrazione delle radiazioni ultraviolette negli strati cutanei più profondi e nel sottocutaneo.

La pigmentazione inoltre favorisce l'innesco e l'accelerazione dei processi di termoregolazione cutanea (sudorazione, evaporazione).

2) Eritema

L'eritema è il principale effetto biologico degli ultravioletti; consiste in un arrossamento più o meno intenso della superficie cutanea irradiata.

Il maggior effetto eritematoso si ottiene con lunghezze d'onda di 2.900 2.5oo A.

Non è perfettamente conosciuto il meccanismo istofisiologico dell'erítema da ultravioletti.

Alcuni autori attribuiscono l'eritema ad una vasodilatazione per paralisi delle fibre vasomotorie; altri sostengono che sia provocato da sostanze istamino-simili, che provengono dalle cellule danneggiate dagli ultravioletti.

L'eritema si manifesta 6-12 ore dopo l'esposizione; per questo motivo si differenzia dall'eritema prodotto dai raggi infrarossi, che compare soltanto durante l'irradiazione.

Il processo finale dell'eritema è la desquamazione, ossia l'eliminazione delle cellule morte. La desquamazione è notevolmente accelerata dagli ultravioletti ed è particolarmente utile in alcune patologie cutanee (acne, seborrea, psoriasi). Nell'acne, per esempio, la desquamazione favorisce la fuoriuscita del sebo contenuto nei follicoli piliferi e ne impedisce la contaminazione batterica.

L'entità della reazione eritematosa è proporzionata alla durata dell'irradiazione e, in base alla sua intensità, si distinguono 4 gradi:

a) PRIMO GRADO

La cute è lievemente arrossata, l'eritema si risolve in circa 24 ore.

b) SECONDO GRADO

La cute è arrossata e dolorosa al tatto; tale eritema si risolve in 2-3 giorni ed è accompagnato da lieve desquamazione,

c) TERZO GRADO

La cute è arrossata, dolorosa al tatto, edematosa e calda; tale reazione dura circa una settimana e determina un'intensa desquamazione.

d) QUARTO GRADO

L'eritema è simile a quello del terzo grado ma è accompagnato da flittene contenuto sieroso.

3) Attivazione della vitamina D

Gli ultravioletti con lunghezza d'onda compresa tra 2.700 - 3. 1 00 A' provocano reazioni chimiche che trasformano il 7-deidrocolesterolo (provitamina D), contenuto nel sebo, in vitamina D.

4) Azione battericida

Gli ultravioletti con lunghezza d'onda di 2.400-2.600 A hanno potere

battericida. Quest'azione compare a dosaggi elevati di ultravioletti. L'azione battericida è particolarmente intensa nei confronti dei bacilli di Koch e di Eberth e dei colibacilli; si sono dimostrati sensibili a queste radiazioni anche alcuni virus (virus della poliomielite). A dosaggi bassi gli ultravioletti provocano mutazioni negli organismi unicellulari.

5) Azione esofilattica

L'azione esofilattica consiste nella capacità dell'organismo di resistere alle infezioni. Gli ultravioletti hanno azione esofilattica perchè sono in grado di stimolare le cellule del sistema reticolo-endoteliale, situate nella cute.

Le cellule di questo sistema giocano un ruolo importante nella difesa dell'organismo contro le infezioni, perchè sono in grado di produrre anticorpi e svolgere azione fagocitaria.

L'azione esofilattica degli ultravioletti è realizzata esclusivamente dalle radiazioni più penetranti (lunghezza d'onda superiore a 2.900A).

6) Distruzione dei tessuti

Gli ultravioletti a forti dosi possono danneggiare o distruggere le cellule

dei tessuti superficiali.

Effetti terapeutici

Le azioni biologiche svolte dagli ultravioletti determinano i seguenti effetti terapeutici:

1) Effetto tronco

Gli ultravioletti, attraverso la vasodilatazione, migliorano il trofismo dei tessuti.

L'aumento del flusso ematico locale consente un maggior apporto di ossigeno e di sostanze nutritizie ai tessuti ed un'accelerazione dei processi metabolici.

Indirettamente, cooperano al miglioramento del trofismo dei tessuti sofferenti l'aumento dei leucociti e degli anticorpi nelle zone irradiate.

2) Effetto metabolico

L'effetto metabolico degli ultravioletti è legato all'attivazione della vitamina D, che è un elemento indispensabile per l'assorbimento intestinale del calcio e del fosforo e per la fissazione del calcio nel tessuto osseo.

3) Effetto battericida

La sensibilità dei batteri e dei virus ai raggi ultravioletti viene sfruttata non solo per la sterilizzazione di strumenti chirurgici o ambienti ospedalieri, ma anche per la preparazione di vaccini con virus attenuati (per esempio il vaccino della rabbia).

Tecnica di applicazione

Nell'intraprendere il trattamento con gli ultravioletti, è necessario tener presente che un certo numero di soggetti presenta fenomeni allergici alle radiazioni (fotosensibilità) e che ogni soggetto, in relazione alla propria pigmentazione di fondo, presenta una specifica sensibilità ai raggi ultravioletti.

Comunemente sono più sensibili a queste radiazioni i soggetti biondi.

Per questi motivi il dosaggio degli ultravioletti viene calcolato tramite il "Dosimetro di Saidman".

Questo consiste di una lamina metallica, che presenta 10 fori del diametro di 1 cm. Il dosimetro va posto sulla regione da trattare. Dopo 5 minuti di esposizione agli ultravioletti, si chiude un foro e successivamente, ad intervalli di 2 minuti, vengono chiusi gli altri. Si ottengono in tal modo degli eritemi circolari di diversa intensità. Dopo 24 ore si sceglie l'eritema ritenuto adatto allo scopo prefissato; il tempo d'irradiazione sarà quello del cerchio prescelto.

Va anche tenuto presente che nei locali dove si esegue l'ultraviolettoterapia, si produce l'ozono, a causa della capacità di queste radiazioni di ionizzare l'ossigeno. Per questo motivo è opportuno che i locali siano ventilati.

Le applicazioni degli ultravioletti possono essere generali e locali.

1) Applicazioni generali

Le applicazioni generali hanno effetto metabolico ed esofilattico; vengono pertanto impiegate nel rachitismo, nell'osteomalacia e in alcune malattie della pelle.

Nelle applicazioni generali si provocano reazioni eritematose di primo grado; le reazioni di grado maggiore possono essere dannose essendo molto ampia l'area irradiata. Le norme da seguire per le applicazioni generali sono le seguenti:

a) Il paziente deve essere privo di abiti. Gli occhi devono essere protetti da occhiali scuri, onde evitare infiammazioni della congiuntivo ed alterazioni della cornea.

b) La lampada va posta ad un metro di distanza dal paziente. 1 raggi devono essere perpendicolari e vanno puntati prima sulla regione ombelicale e poi su quella lombare.

c) Il dosaggio si basa sulla durata dell'irradiazione. Generalmente si inizia con 2 minuti di irradiazione e si aumenta di 1-2 minuti al giorno, fino ad un massimo di 15-20 minuti.

d) Si effettuano cicli di 20 sedute. Il ciclo può essere ripetuto dopo circa un mese di pausa. Non conviene effettuare cicli di oltre 20-30 sedute, perchè le esposizioni prolungate provocano l'ispessimento dello strato corneo della cute, cosicché sono necessarie dosi sempre maggiori di ultravioletti per produrre gli effettti locali.

2) Applicazioni locali

In campo riabilitativo, le applicazioni locali vengono in genere utilizzate

per il trattamento delle piaghe. Con queste applicazioni si può impiegare qualunque tipo di eritema; tuttavia le reazioni eritematose più intense (terzo grado) possono essere prodotte soltanto su aree di piccola ampiezza. Il dosaggio va sempre determinato con il dosimetro di Saidman.

Con queste applicazioni bisogna attenersi alle seguenti norme:

a) La parte da trattare va delimitata con deí telini.

b) La lampada va posta ad una distanza di 50 cm dalla zona da trattare.

c) La durata complessiva del trattamento è correlata al tipo di patologia.

Indicazioni

Le principali indicazioni degli ultravioletti sono:

1) Osteomalacia e rachitismo

L'azione di attivazione della vitamina D viene sfruttata per il trattamento del rachitismo e dell'osteomalacia. Si usano di solito ultravioletti con lunghezza d'onda di 2.700-3.100 A, che vengono definiti antirachitici. Nell'osteomalacia e rachitismo le applicazioni di ultravioletti devono essere generali.

2) Morbo di Sudeck ed osteoporosi

Anche nel morbo di Sudeck e nell'osteoporosi viene sfruttato a scopo terapeutico l'effetto metabolico degli ultravioletti.

3) Piaghe varicose e da decubito

In queste patologia gli ultravioletti stimolano i processi riparativi e migliorano le difese locali. Nel trattamento delle piaghe, i raggi ultravioletti possono essere associati agli infrarossi; la loro azione viene potenziata se vengono applicati dopo gli infrarossi.

4) Nevralgie e postumi di Herpes

Nelle nevralgie il trattamento deve essere effettuato lungo il decorso del nervo. Si ricorre a dosaggi che provocano un eritema di 2' grado.

5) Malattie cu tanee

Le patologia cutanee che rispondono positivamente agli ultravioletti sono la psoriasi, l'acne e la seborrea.